lunedì 8 dicembre 2008

Calendario dell’Avvento 8. Campo, Tota Pulchra

L’otto dicembre 1965, festa dell’Immacolata concezione, la filosofa María Zambrano (1904-1991), allieva di Ortega y Gasset, scriveva una «lettera mariana» a Cristina Campo. Tota pulchra viene invocata Maria in questo giorno; nell’attesa del Natale, la deipara è venerata come concepita senza il peccato di Adamo. Nella lettera di risposta, che qui riportiamo, Cristina Campo allarga il discorso al peccato moderno (Il testo è tratto dal fecondo sito www.cristinacampo.it)

III Domenica di Avvento 1965
Cara,
la tua lettera del giorno dell'Immacolata Concezione, che Elémir mi ha mostrato, mi ha dato molta gioia. […]
Meditando sulla tua bellissima lettera mariana, ripensavo a quale miracolo, possibile solo per virtù di grazia, sia ogni ora di questa nostra vita, sempre più simile alla vita in una foresteria di convento. Intendo: che a queste letture, questi canti, questa feste sia consentito di sopravvivere. Per esempio: come mai si celebra ancora la festa dogmatica dell'Unica Immacolata, mentre
implicitamente si nega, in mille modi, la maculazione di tutti gli altri? In un mondo dove non è più riconosciuto non dico il sacrilegio, l'eresia, la blasfemia, la predestinazione al male - ma il puro e semplice concetto di peccato? Padre Mayer mi disse un giorno di scrivergli tutte le cose che mi turbano nello svolgersi del Concilio; e io gli riposi: «ma non sono che due, sempre le stesse: la negazione della Comunione dei Santi (potenza della preghiera, ruolo sovrano della contemplazione, reversibilità e trasferimento delle colpe e delle pene) e il rifiuto della croce (l'uomo “non deve più soffrire”, restare un'ora sola inchiodato alla croce della propria coscienza o alla porta chiusa di un irrevocabile non licet)». Non parliamo di applicazione della parola del Maestro: rinnegate il padre e la madre (i.e. tutto ciò che vi è stato insegnato prima della mia venuta nella vostra anima); passato, presente, patria, partito - tutto ormai è conciliabile con la Croce (e con ciò che essi pensano lo sia) purché non ci sia mai problema escatologico. A morte il monaco contemplativo che vive già per metà nella «Urbs Jerusalem Beata» -: terrestre dev'essere, questa Gerusalemme e poco importa se somiglierà stranamente alla Torre di Babele alzata nel centro di Sodoma o di Gomorra...). […]

Tu mi ringrazi, cara, del Breviario. Io ti sto ringraziando dal 2 di Novembre per quella meravigliosa cena funeraria che hai saputo raccontarmi come la grande romanziera che sei: con verità perfetta. […]