venerdì 9 luglio 2010

Minestre

Un amico ci scrive a proposito della minestra Rumford citata da Heine e di cui si parlava la volta scorsa (Il museo apocalittico): «La minestra Rumford o zuppa Rumford deve il suo nome a un bizzarro colono britannico del Nuovo Mondo. In realtà il personaggio in questione si chiamava Thompson e abbandonò il suo Massachusetts, ormai distaccato dalla madre patria, per fedeltà al re di Londra. Riparato in Baviera ebbe il titolo di conte e scelse il nome del luogo sulla costa atlantica dove era vissuto. Il conte Rumford fu dunque un filantropo che si occupò di camini, di fornelli e di cucina. In particolare escogitò una minestra energetica e poco costosa per nutrire i poveri nelle mense pubbliche facendo a meno della carne. Heine, che aveva assaggiato l’uguaglianza democratica che ammazza l’arte, intuì la modernità dispiegata, la geometrica potenza dello squallore e la sintetizzò nella minestra Rumford, utile a riempire la pancia ma di gusto cattivo. Sembrava così anticipare la Campbell’s Soup con la quale un pubblicitario americano-polacco avrebbe tentato di parodiare definitivamente l’arte e di simboleggiare la miseria della sua epoca».

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