mercoledì 22 dicembre 2010

Una domenica senza Messiaen

~ LA DECADENZA DELLE BUONE MANIERE CATTOLICHE ~

Messa dell’Avvento in una parrocchia romana a pochi passi da San Pietro. Sotto l’altarino dove si celebra il sacrificio, le luci intermittenti di un presepio improvvisato danno il ritmo isterico delle discoteche, distraggono i fedeli e offendono il sacro rito. A un lato dell’altare, un alberello secco dove sono appesi foglietti con i desideri auguranti dei parrocchiani, come è d’uso ormai nelle grandi stazioni ferroviarie: lo spirito natalizio che scivola nelle mode adolescenziali dei lucchetti a Ponte Milvio, tradizioni inventate per ragazzi senza liturgia. All’altro lato dell’altare hanno trasportato addirittura un pianoforte, dove una volenterosa giovinetta e dei suoi amici con chitarre elettriche e acustiche strimpellano nenie che non sarebbero consentite neppure nel più paesano dei palchi rock. Questa dunque la modernità della Chiesa di Roma? Una sottospecie di una sottocultura? Modi luterani senza la serietà della forma tedesca? Veniva allora da pensare, anche per l’organo che stava lì accanto imponente e muto, a Olivier Messiaen, uno dei massimi musicisti del XX secolo, che per sessant’anni fu organista nella chiesa parigina della Trinité. Alla fine degli anni Trenta compose per il Natale il ciclo La Nativité du Seigneur: nei tempi tradizionalisti, preconciliari, in cui la Chiesa non si arrendeva al moderno, Messiaen accompagnava la liturgia con suoni dell’altro mondo (si ascolti il brano Dieu parmi nous, il più famoso del ciclo, che sommovimenti d’aria, che strabilianti ritmi), la Catholica sapeva tenere le redini di quell’impetuoso moderno che aveva inventato; oggi si deve umiliare la comunità dei fedeli con musichette e immaginette che nulla hanno a che fare con la grande cultura. Piuttosto, un surrogato povero della televisione più cheap. La decadenza delle buone maniere cattoliche rende tristi anche i ferventi giorni dell’Avvento.

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