giovedì 23 settembre 2010

Il santo

COME SI COMPIE IL MIRACOLO SUPREMO NEL NOSTRO TEMPO

Al contrario del Concilio di Trento che ne motivò una eccelsa schiera, il Vaticano II non ha prodotto santi. Quello per antonomasia, il santo della nostra epoca, fu rigidamente pre-conciliare e anche dopo la riforma liturgica continuò a dire la sua lunga messa in latino. Oggi, 23 settembre, la Chiesa universale celebra padre Pio - come confidenzialmente continuano a chiamarlo nonostante la gloria degli altari - che ha fatto il miracolo di mostrare il sangue nel tempo delle astrattezze e degli igienismi, di parlare ai disperati di questo mondo senza il birignao intellettuale dei concilianti, di confortare i malati a cui la scienza medica non dà speranze, di assistere gli agonizzanti lasciati soli con la flebo nelle corsie d’ospedale, insomma il miracolo supremo di poter credere ancora ai miracoli, di sconfiggere con le immagini dei portenti lo scetticismo imperante. Per la sua battaglia contro il dominio della morte seppe anche scherzare, come ogni mistico che si rispetti, soprattutto quando proviene dalla terre beneventane. Chi ebbe la fortuna di incontrarlo può testimoniare che anche quando faceva i miracoli non assumeva pose da santone, piuttosto lasciava scivolare dei doni, delle sorprese, con la semplicità di un frate del Sud che opera un prodigio in allegria francescana.