lunedì 21 marzo 2011

La croce d'Europa

~ SENTENZE E COMMENTI SUL SEGNO
CHE DIVIDE ANCHE LA NOSTRA EPOCA~

Volesse il cielo che i cosiddetti laici riuscissero in una vita senza simboli, l’impresa incuriosirebbe anche noi. Eccoli invece agitare bandierine tricolori, ricorrere a stelle, aquilotti, fronde varie, alloro a profusione; per non parlare della simbolica esoterica massonica che all’esordio settecentesco tentò programmaticamente di sostituire i segni cristiani. I loro mandala sono retaggi di miti ormai inespressivi, ma l’Europa delle mozzarelle e dei diritti è ancora attaccata alle distinzioni ottocentesche e con lo spirito del farmacista Homais (di flaubertiana memoria) ha proibito i crocifissi nelle scuola italiane. Quindi la Grande Camera europea dei ricorsi, sia pure un po’ esitante, ha rivisto la proibizione e ha sentenziato la liceità di esporre pubblicamente il Cristo ammazzato. Lo storico Sergio Luzzatto, intervistato sulla questione, si lamenta: «Da non cristiano posso dire di essere impressionato dai commenti delle gerarchie religiose che festeggiano una sentenza dove si esclude che il crocifisso possa essere il simbolo dell’indottrinamento. Secondo me si tratta di una vera e propria profanazione. Colpisce la povertà di spirito di una chiesa ridotta a brandire questo argomento, quando il crocifisso è esattamente il simbolo della dottrina». È proprio vero che tutti si sentono ormai in dovere di richiamare la Chiesa alla sua vera natura, gli ‘storici laici’ come i Calasso vedici. Sui giornali che pretendono nascondere il cristianesimo nel privato è tutto un fiorire di riflessioni 'teologiche' per togliere di mezzo quel povero pezzo di legno. Sarà dottrina o forse anche storia la faccenda dell’ebreo messo in croce nell’epoca del governatore Ponzio Pilato?
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I giudici di primo grado di questa alta corte dei diritti e delle fedi avevano sottolineato il timore che «spiriti che mancano ancora di capacità critica» potrebbero essere portati a credere dalla «forza coercitiva dello Stato». Un tale laicismo estremo non si domanda però se non sarebbe meglio, nel caso, abolire la tremenda «forza coercitiva dello Stato» e magari chiudere le scuole pubbliche così violente nella loro rappresentazione da indurre gli studenti a credere per «fede imposta». Quale peggiore accusa alla scuola statale dell’immagine di una «forza coercitiva» che impedisce un apprendimento critico?

Come spesso succede in questo genere di discussioni, per amore del gusto forte e del paradosso la storia dei fedeli dell’ebreo crocifisso viene accostata a quella dei criminali nazisti – sui media di mezzo mondo il papa attuale è oggetto di questi turpi confronti solo per le sue origini tedesche – e anche il professor Luzzatto agita un’arma impropria, anzi in questo caso blasfema, quella della svastica: «l’idea che un simbolo possa essere passivo è originale dal punto di vista teorico ma anche estremamente insidiosa dal punto di vista pratico. Non c’è bisogno di essere un giurista per sapere che una sentenza fa giurisprudenza e dunque questa apre il campo a qualsiasi altro simbolo. Portando all’estremo il ragionamento, in Austria qualche anno fa avrebbero potuto autorizzare l’esposizione di una svastica in classe». Sciocca similitudine, come dire: non insegnate a scuola lo sterminio degli ebrei, ché se si permette un simile «indottrinamento», per usare le sue parole, qualcun altro potrebbe impartire lezioni di mistica nazista. Heine comunque la pensava in tutt’altro modo e scriveva in una pagina ‘profetica’: togliete pure la croce, subito la Germania tirerà fuori i suoi simboli runici e la loro violenza. Allora si scatenerà il finimondo (v. «Il tuono tedesco»)

Sulla croce che divide da millenni chi è dalla parte della vittima dai suoi persecutori questo «Almanacco» è tornato più volte con interventi di vario tipo ogni qual volta un giudice ha cercato di ricacciarla nelle catacombe del privato. Dopo questa timida sentenza li ripropone qui sotto come una piccolissima antologia.


GLI INTERVENTI DELL’«ALMANACCO» SULLA CROCE:
«Il tuono tedesco»
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